La società in accomandita semplice (SAS) è una scelta popolare tra gli imprenditori italiani, in particolare per coloro che desiderano una gestione aziendale flessibile combinata con una responsabilità differenziata tra i soci. Tuttavia, come per qualsiasi struttura societaria, la tassazione della SAS può essere complessa e incidere significativamente sui profitti aziendali.
In questa guida completa esamineremo approfonditamente la tassazione delle SAS, fornendo strategie pratiche ed efficaci per ridurne il peso fiscale.
Tassazione SAS: caratteristiche principali
La tassazione della società in accomandita semplice segue il principio della trasparenza fiscale. Ciò significa che il reddito generato dalla SAS non viene tassato direttamente a livello societario tramite IRES, ma viene attribuito individualmente ai soci, i quali devono dichiararlo nelle proprie dichiarazioni IRPEF personali.
Questo aspetto rappresenta un vantaggio per certi versi, poiché elimina la doppia imposizione fiscale. Tuttavia, se non gestito correttamente, può portare ad un significativo incremento del carico fiscale personale dei soci.
Responsabilità fiscale dei soci
Nella SAS esistono due categorie di soci con responsabilità diverse:
- Soci accomandatari: svolgono attività di gestione diretta e sono responsabili illimitatamente per i debiti della società.
- Soci accomandanti: hanno responsabilità limitata al capitale conferito e generalmente svolgono un ruolo passivo.
Fiscalmente, la distinzione comporta che i soci accomandatari, spesso detentori di quote più ampie e coinvolti attivamente nella gestione, siano soggetti a una tassazione più alta, specialmente quando la società genera redditi elevati.
Inoltre, i soci della SAS sono tenuti a versare anche i contributi INPS, i quali riguardano soltanto i soci accomandatari. I soci accomandanti di conseguenza hanno un carico fiscale più basso, dal momento che non pagano contributi INPS.
Il calcolo della tassazione per le società in accomandita semplice
Il processo di calcolo della tassazione per le SAS prevede innanzitutto una precisa determinazione dell’utile imponibile secondo le norme che disciplinano il reddito d’impresa. Una volta calcolato tale utile, esso viene distribuito tra i soci in base alla loro quota di partecipazione.
Ogni socio è dunque obbligato a dichiarare la propria quota di reddito derivante dalla SAS nella dichiarazione IRPEF personale annuale. Le aliquote IRPEF applicate sono progressive, quindi aumentano all’aumentare del reddito complessivo dichiarato dal socio. Dal 1° gennaio 2025, la riforma fiscale prevede una nuova struttura dell’IRPEF con tre scaglioni di reddito:
- fino a 28.000 euro: aliquota del 23%;
- da 28.001 a 50.000 euro: aliquota del 35%;
- oltre 50.000 euro: aliquota del 43%.
Esempio pratico di calcolo della tassazione per soci di una SAS
Supponiamo una SAS composta da due soci, Mario (socio accomandatario con quota del 70%) e Luca (socio accomandante con quota del 30%). L’utile imponibile della società per l’anno fiscale è di 100.000 euro.
Mario dovrà dichiarare il 70% dell’utile, cioè 70.000 euro. Applicando le nuove aliquote progressive:
- Fino a 28.000 euro al 23%: 6.440 euro;
- da 28.001 a 50.000 euro (22.000 euro) al 35%: 7.700 euro;
- oltre 50.000 euro (20.000 euro restanti) al 43%: 8.600 euro.
Totale IRPEF di Mario: 6.440 + 7.700 + 8.600 = 22.740 euro.
Inoltre, in quanto socio accomandatario, Mario è tenuto al versamento dei contributi previdenziali INPS, nella gestione commercianti o artigiani. Nel 2024, l’aliquota contributiva INPS è del 24% per artigiani e del 24,48% per commercianti sul reddito eccedente il minimale fissato annualmente dall’INPS. Nel 2024 il minimale contributivo è pari a 17.504 euro, con una contribuzione fissa di circa 4.427 euro per i commercianti. (Per dati aggiornati e specifici è consigliabile consultare il sito ufficiale dell’INPS.)
Ipotizzando che Mario sia un commerciante, applicando l’aliquota del 24,48% al reddito eccedente il minimale:
- Contributi fissi sul minimale (17.504 euro): 4.427 euro;
- Contributi sulla differenza (70.000 – 17.504 = 52.496 euro): 12.851 euro (aliquota 24,48%).
Totale contributi INPS di Mario: 4.427 + 12.851 = 17.278 euro.
Pertanto, sommando IRPEF e contributi previdenziali, Mario avrà un totale di oneri pari a 22.740 + 17.278 = 40.018 euro.
Luca, invece, dichiara 30.000 euro (30% dell’utile):
- Fino a 28.000 euro al 23%: 6.440 euro;
- da 28.001 a 30.000 euro (2.000 euro restanti) al 35%: 700 euro.
Totale IRPEF di Luca: 6.440 + 700 = 7.140 euro.
Questi esempi illustrano chiaramente come la distribuzione degli utili possa influenzare significativamente il carico fiscale complessivo dei soci.
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Come ridurre la tassazione SAS: strategie approfondite
Minimizzare il carico fiscale è un obiettivo essenziale per garantire la sostenibilità e la competitività aziendale. Ecco alcune strategie avanzate per ottimizzare la tassazione SAS:
1. Accurata pianificazione fiscale
Un primo passo efficace è assicurarsi che tutte le spese deducibili siano correttamente identificate, documentate e registrate. Tra queste, rientrano:
- Costi diretti di produzione e acquisto materie prime;
- Spese per consulenze e servizi professionali;
- Ammortamento beni strumentali;
- Costi del personale e contributi previdenziali;
- Costi energetici e affitti commerciali.
Una contabilità accurata consente di sfruttare appieno queste deduzioni, riducendo significativamente l’utile imponibile.
Ulteriori strategie per ridurre concretamente la tassazione includono:
- Rimborsi trasferte: somme riconosciute per trasferte fuori sede, deducibili per l’azienda e in parte esenti per i beneficiari, alleggerendo il carico fiscale complessivo.
- TFM (Trattamento di Fine Mandato): indennità accantonata per gli amministratori, deducibile fiscalmente per la società e tassata separatamente in modo vantaggioso al momento dell’erogazione. Il TFM può essere previsto solo con apposito patto tra soci (es. ai soci accomandatari), ma non è automatico né privo di rischi fiscali (l’Agenzia delle Entrate lo contesta spesso se non deliberato correttamente). Il TFM va previsto da scrittura privata autenticata o atto notarile antecedente l’inizio dell’attività, per essere deducibile fiscalmente. Quindi è bene che lo strumento sia implementato da chi sa come renderlo fiscalmente incontestabile.
- Welfare aziendale: l’offerta di beni e servizi ai dipendenti (es. buoni spesa, formazione, viaggi), che sono deducibili per l’azienda e non soggetti a contributi INPS e INAIL, riducendo il costo del lavoro e migliorando la soddisfazione dei collaboratori.
Applicare correttamente queste strategie permette alla SAS di ridurre significativamente il carico fiscale e migliorare la gestione finanziaria complessiva.
2. Ripartizione strategica degli utili tra i soci
Dal momento che la tassazione IRPEF è progressiva, una distribuzione attenta degli utili tra soci accomandanti e accomandatari può aiutare a ridurre il carico fiscale complessivo. È fondamentale analizzare le situazioni reddituali personali di ciascun socio per adottare la strategia più vantaggiosa, trasferendo eventualmente parte degli utili verso i soci con aliquote marginali più basse.
3. Accesso ad agevolazioni fiscali
L’ordinamento fiscale italiano mette a disposizione diverse agevolazioni che possono ridurre significativamente il carico fiscale per le SAS:
- Credito d’imposta per investimenti in innovazione e digitalizzazione: incentiva gli investimenti tecnologici, offrendo significativi risparmi fiscali.
- Super-ammortamenti e iper-ammortamenti: agevolazioni per investimenti in beni strumentali e nuove tecnologie.
Utilizzare queste opportunità richiede una pianificazione fiscale avanzata e una consulenza esperta per garantire la conformità alle norme vigenti.
4. Valutare il passaggio a una SRL
Un’ulteriore opzione strategica per ridurre la tassazione complessiva è considerare la trasformazione della SAS in una società a responsabilità limitata (SRL). La SRL, infatti, è soggetta a un regime di tassazione diverso che prevede l’applicazione dell’IRES con aliquota fissa, generalmente più conveniente per le società che realizzano utili significativi.
Questo passaggio può risultare particolarmente vantaggioso in situazioni in cui:
- Gli utili aziendali sono elevati e comportano una pressione fiscale IRPEF eccessiva;
- Si desidera limitare ulteriormente la responsabilità personale dei soci, beneficiando della maggiore protezione patrimoniale offerta dalla SRL;
- La struttura societaria richiede maggiore chiarezza e formalità nei rapporti tra soci e gestione aziendale.
Il passaggio a una SRL, tuttavia, richiede un’attenta analisi preventiva, poiché comporta maggiori obblighi formali e contabili, e soprattutto richiede ancora più attenzione nella fase di pianificazione fiscale da parte di esperti.
Errori comuni nella gestione della tassazione SAS
Gli imprenditori spesso commettono errori nella gestione fiscale, aumentando involontariamente il proprio carico fiscale:
- Documentazione inadeguata delle spese: la mancanza di fatture o ricevute precise e dettagliate limita le deduzioni possibili.
- Distribuzione degli utili non ottimizzata: ignorare le diverse situazioni fiscali personali dei soci porta spesso a una tassazione complessiva maggiore.
- Sottovalutazione delle opportunità fiscali: trascurare regimi agevolati o benefici disponibili può far perdere importanti opportunità di risparmio.
Conclusioni
Gestire correttamente la tassazione delle SAS è complesso, ma attraverso un’attenta pianificazione fiscale e l’applicazione di strategie mirate è possibile ridurre sensibilmente il carico fiscale.
Investire nella competenza e nell’esperienza di professionisti del settore fiscale rappresenta una scelta fondamentale per assicurare alla tua SAS una solida crescita economica e un futuro finanziario sostenibile.