Il compenso dell’amministratore di una Srl rappresenta una delle modalità più comuni con cui un imprenditore può prelevare somme dalla propria società in modo regolare e fiscalmente corretto. Tale compenso, deliberato dall’assemblea dei soci o stabilito nello statuto, viene riconosciuto per l’attività gestionale e rappresentativa dell’amministratore, che può essere anche il socio stesso. Nonostante la sua legittimità, il compenso può essere oggetto di pignoramento da parte dei creditori personali dell’amministratore o dai creditori della società. Si tratta di un aspetto troppo spesso sottovalutato, che può generare effetti molto gravi, sia sul piano personale che societario. In questo articolo, analizzeremo quando e come può avvenire il pignoramento del compenso dell’amministratore di una Srl, e soprattutto quali strategie adottare per proteggersi legalmente e in modo efficace.
Il compenso dell’amministratore: natura giuridica e tassazione
Dal punto di vista fiscale, il compenso dell’amministratore rientra nei redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente, ed è soggetto sia a ritenute IRPEF che a contributi INPS (gestione separata o, in alcuni casi, previdenza commercianti o artigiani).
Si tratta di un reddito che, una volta erogato, entra nel patrimonio personale dell’amministratore, diventando aggredibile da parte dei creditori in caso di debiti personali, fiscali o da procedimenti giudiziari.
Molti imprenditori, pur ricoprendo il ruolo di amministratore della propria società, non sono consapevoli dei rischi legati al pignoramento e non adottano alcuna misura preventiva per tutelarsi, esponendo se stessi e, indirettamente, l’equilibrio aziendale.
Pignoramento del compenso: quando può avvenire
È bene fare una premessa e ricordare che il patrimonio personale è l’insieme dei beni di un individuo, come denaro, proprietà, investimenti e altri asset di valore. L’amministratore di una società risponde per le obbligazioni della società con tutti i suoi beni presenti e futuri. In particolare, l’amministratore di una società a responsabilità limitata (Srl) può essere tenuto a pagare i debiti della società solo in caso di cattiva gestione.
In ambito aziendale, le principali casistiche in cui può essere richiesto un pignoramento del compenso all’amministratore riguardano:
- Le responsabilità civili, che possono riguardare danni causati a società o terzi per negligenza o illeciti da parte dell’azienda.
- Le responsabilità penali, che possono riguardare reati come bancarotta o false comunicazioni, sempre da parte dell’azienda.
In ambito personale invece, le principali situazioni in cui può essere richiesto un pignoramento sono:
- Debiti fiscali o previdenziali personali dell’amministratore verso l’Agenzia delle Entrate o l’INPS.
- Obbligazioni civili o commerciali non adempiute (es. fideiussioni personali, mutui, prestiti, sentenze civili).
- Sentenze di separazione o divorzio, in caso di mancato pagamento degli assegni di mantenimento.
Il pignoramento può essere effettuato sia presso terzi (es. direttamente presso la società che eroga il compenso), sia attraverso il blocco dei conti correnti dell’amministratore, nel caso in cui il compenso sia stato già versato.
La società, in qualità di terzo pignorato, ha l’obbligo di dichiarare le somme dovute all’amministratore e può essere coinvolta direttamente nell’esecuzione forzata. Questo comporta ulteriori responsabilità e problemi anche per l’impresa, soprattutto se la figura dell’amministratore coincide con quella del socio operativo.
Limiti al pignoramento: cosa dice la legge
Secondo il codice di procedura civile, esistono limiti quantitativi al pignoramento del compenso:
- 1/5 (20%) è la quota generalmente pignorabile del compenso netto mensile.
- In caso di debiti fiscali, l’Agenzia delle Entrate può pignorare anche fino al pieno importo del compenso se supera determinate soglie.
- In presenza di più procedimenti, può intervenire un giudice per stabilire un piano di riparto.
Nonostante i limiti, il rischio che anche una parte consistente del compenso venga pignorata non è remoto, specialmente nei casi di debiti gravi o reiterati. In realtà, in base alla normativa vigente e alla giurisprudenza consolidata, il compenso e gli emolumenti corrisposti all’amministratore non sono soggetti ai limiti di pignorabilità ordinari previsti dall’art. 545, comma 4 del Codice di Procedura Civile, che tutela parzialmente i redditi da lavoro dipendente.
La sentenza n. 1545 del 20 gennaio 2017 della Corte di Cassazione ha chiarito che l’amministratore di una società non è un lavoratore dipendente, ma un prestatore d’opera intellettuale, e pertanto il compenso percepito può essere pignorato per intero, senza alcuna soglia di protezione.
Di conseguenza, un creditore può aggredire l’intera somma dovuta all’amministratore dalla società, nonché eventuali somme già versate sul conto corrente e beni mobili o immobili di sua proprietà.
Questa situazione rende particolarmente vulnerabile la figura dell’amministratore sotto il profilo patrimoniale, esponendolo a un livello di rischio ben superiore rispetto a un soggetto tutelato da un contratto di lavoro subordinato. Un ulteriore motivo per valutare con attenzione le strategie di protezione e pianificazione patrimoniale più adeguate al proprio ruolo e alla struttura della società.
SEI CONFUSO E HAI BISOGNO DI ORIENTARTI NELLA MIGLIORE SCELTA FISCALE PER IL TUO PATRIMONIO? CONTATTACI OGGI STESSO PER LA TUA PRIMA CONSULENZA GRATUITA!
Come evitare il pignoramento del compenso amministratore Srl
Esistono diverse strategie perfettamente legali e sicure per evitare che il compenso dell’amministratore sia pignorato. Vediamo le principali.
1. Scegliere una remunerazione alternativa
Una delle soluzioni più efficaci è quella di limitare e differenziare il compenso fisso in favore di altri strumenti di remunerazione, come:
- Fringe benefit (auto, polizze sanitarie, viaggi aziendali);
- Rimborsi spese documentati;
- Indennità di trasferta;
- Royalties da utilizzo del marchio;
- Trattamento di fine mandato (TFM).
Queste modalità, oltre ad essere più vantaggiose dal punto di vista fiscale, sono meno esposte a procedimenti di pignoramento poiché non costituiscono compenso ordinario, e spesso sono considerate spese aziendali.
2. Rinuncia formale al compenso
Un’altra opzione è la rinuncia ufficiale al compenso, deliberata dall’assemblea e verbalizzata. In questo modo, non vi è alcun credito da parte dell’amministratore verso la società, e quindi nessuna somma aggredibile dai creditori. La rinuncia può essere temporanea o definitiva e può essere revocata in futuro.
3. Strutturare la retribuzione con quote di partecipazione
In alcuni casi, può essere opportuno modulare il prelievo attraverso dividendi o distribuzione degli utili. Queste forme di remunerazione non sono automaticamente assimilate al reddito da lavoro e possono essere pianificate con maggiore elasticità. Tuttavia, occorre tenere conto che anche i dividendi possono essere oggetto di pignoramento, ma in misura e con modalità diverse.
4 Eseguire una adeguata protezione del patrimonio
La protezione del compenso dell’amministratore deve essere inserita all’interno di una più ampia strategia di pianificazione fiscale e patrimoniale. Non si tratta solo di evitare un pignoramento, ma di costruire un assetto solido e resiliente, che tuteli sia l’imprenditore che l’azienda.
Alcune soluzioni aggiuntive possono includere:
- La costituzione di una società di gestione patrimoniale separata dalla società operativa;
- L’utilizzo di strumenti come il trust o il fondo patrimoniale (solo se ben strutturati, visto che hanno alti costi);
- L’inserimento di clausole statutarie che regolino la remunerazione in modo flessibile e condizionato.
La combinazione di queste soluzioni, se guidata da esperti del settore, permette di prevenire azioni esecutive e proteggere il patrimonio senza rinunciare alla legittimità e alla trasparenza.
Conclusioni
Il pignoramento del compenso dell’amministratore di una Srl è una possibilità concreta, ma spesso evitabile attraverso una pianificazione attenta e personalizzata. Le soluzioni ci sono, e sono tutte legittime: il segreto sta nel conoscerle e nel applicarle nel contesto giusto, con l’aiuto di professionisti qualificati.
Affidarsi a esperti fiscali e legali consente non solo di difendersi da eventuali azioni dei creditori, ma anche di costruire un sistema di remunerazione più efficiente, fiscalmente vantaggioso e solido nel tempo.
Vuoi proteggere il tuo compenso da possibili pignoramenti? Contattaci per una consulenza su misura: analizzeremo il tuo caso e ti guideremo nella definizione della soluzione più adatta alla tua realtà.
Nei prossimi articoli esploreremo ulteriormente ogni aspetto della protezione patrimoniale, continuate a seguirci per ogni dettaglio e aggiornamento!