Negli ultimi anni, il tessuto economico italiano ha dovuto fronteggiare una serie di sfide complesse: crisi energetica, inflazione, incertezza geopolitica, aumento dei tassi di interesse e difficoltà nell’accesso al credito. Tutti elementi che hanno contribuito a minare la stabilità di molte imprese, in particolare le PMI. In questo scenario, comprendere quali siano gli aiuti concreti messi a disposizione dallo Stato e dalle istituzioni diventa fondamentale per evitare il fallimento e proteggere il patrimonio aziendale.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio la situazione attuale delle imprese italiane, le principali misure di sostegno a disposizione e, soprattutto, il ruolo cruciale della pianificazione fiscale come leva di sopravvivenza e rilancio.
Il panorama delle aziende italiane e la crisi delle imprese in corso
La struttura imprenditoriale italiana è composta per oltre il 92% da micro e piccole imprese. Secondo i dati ISTAT e Unioncamere, nel 2024 più di 65.000 imprese hanno cessato la propria attività, con un aumento significativo di fallimenti rispetto all’anno precedente. Le cause? Una combinazione micidiale di fattori interni ed esterni.
Tra i principali fattori di crisi troviamo:
- Stretta creditizia: il credito concesso alle imprese è in diminuzione. Le banche sono sempre più caute nel finanziare le PMI.
- Aumento dei costi energetici: nonostante un parziale rientro, molte aziende stanno ancora pagando prezzi elevati per gas ed elettricità rispetto al pre-pandemia.
- Tassazione elevata: la pressione fiscale media italiana si attesta intorno al 43,5%, con picchi reali molto più alti per alcune categorie di imprese.
- Inflazione e calo dei consumi: l’aumento generalizzato dei prezzi ha ridotto il potere d’acquisto dei clienti, comprimendo il fatturato di molte realtà.
Tutto ciò ha generato una situazione di precarietà diffusa, in cui molte imprese rischiano di soccombere se non intervengono con decisione, facendo leva su strumenti di supporto disponibili e su una ristrutturazione interna, anche fiscale.
Gli aiuti messi a disposizione dallo stato per le PMI in difficoltà
Fondo di Garanzia per le PMI (rif. art. 2, comma 100, L. 662/1996)
Uno degli strumenti più utilizzati è il Fondo di Garanzia per le PMI (anche per chi opera in regime dei minimi), gestito da Mediocredito Centrale, che garantisce parzialmente i finanziamenti richiesti dalle imprese presso banche e intermediari finanziari. La garanzia può arrivare fino al 90% in caso di operazioni particolarmente rilevanti per il rilancio aziendale.
Il Fondo è accessibile sia in caso di nuovi investimenti sia per esigenze di liquidità e ristrutturazione del debito.
Nuova Sabatini (rif. art. 2 D.L. 69/2013)
La Nuova Sabatini è un incentivo pensato per facilitare l’acquisto di beni strumentali (macchinari, impianti, hardware e software). Il finanziamento, che può essere assistito dalla garanzia proprio del Fondo di Garanzia per le PMI fino all’80% dell’ammontare del finanziamento stesso, deve essere:
- di durata non superiore a 5 anni
- di importo compreso tra 20.000 euro e 4 milioni di euro
- interamente utilizzato per coprire gli investimenti ammissibili
Il contributo del Ministero è un contributo in conto impianti il cui ammontare è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso d’interesse annuo pari al:
- 2,75% per gli investimenti ordinari
- 3,575% per gli investimenti 4.0
- 3,575% per gli investimenti green (in relazione a domande presentate a partire dal 1° gennaio 2023).
È particolarmente utile per le imprese che vogliono innovare i propri processi produttivi per rimanere competitive, anche in periodi di difficoltà.
Inoltre, dal 2024 è attivo il nuovo sportello unico presso Invitalia per la gestione delle domande.
Credito d’imposta ZES e ZLS
Le Zone Economiche Speciali (ZES) e Zone Logistiche Semplificate (ZLS) offrono, per determinate aree del Sud Italia e zone portuali, crediti d’imposta per investimenti produttivi. Il beneficio può arrivare fino al 45% e rappresenta un importante strumento per rilanciare imprese situate in contesti economici svantaggiati.
Tra l’altro, di recente il Governo ha allargato a Umbria e Marche la Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno creata a partire dal 2024 che coinvolge già Calabria, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Sicilia e Sardegna. Una soluzione che aveva sostituito le otto zone economiche speciali istituite nel 2017 nelle medesime Regioni nell’ambito delle Politiche di Coesione. Si trattava tutte di aree cosiddette retroportuali, distribuite spesso a macchia di leopardo in ciascuna della Regione interessata. L’obiettivo primario era aumentare la loro attrattività. L’iniziativa, tuttavia, non aveva prodotto i risultati sperati. Per questo oggi abbiamo la ZES Unica.
Moratorie e ristrutturazione dei debiti
Banche e intermediari possono, anche nel 2025, concedere piani di rientro agevolati e sospensioni temporanee dei rimborsi, se supportati da piani di risanamento approvati da un professionista o da un organismo di composizione della crisi d’impresa.
Strumenti della crisi d’impresa (D.Lgs. 14/2019 – Codice della Crisi)
Il Decreto Legislativo 14/2019, noto come Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), introduce una serie di strumenti per la gestione della crisi d’impresa e dell’insolvenza, con l’obiettivo di favorire il risanamento dell’azienda o, in alternativa, una liquidazione ordinata del patrimonio. Questi strumenti sono volti a prevenire l’insolvenza o a gestirla in modo efficace, offrendo all’imprenditore una seconda possibilità. Oggi le imprese hanno a disposizione:
- Composizione negoziata della crisi (CNC)
- Piano attestato di risanamento
- Accordo di ristrutturazione dei debiti
- Concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio
Questi strumenti possono evitare il fallimento, consentendo all’imprenditore di rinegoziare i debiti con i creditori, salvare l’azienda e continuare l’attività.
Ricordiamo che l’articolo 2086 del codice della crisi introduce l’obbligo per gli imprenditori che operano in forma societaria o collettiva di istituire “un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa”.
SEI CONFUSO E HAI BISOGNO DI ORIENTARTI SU COME RISOLLEVARE LA TUA IMPRESA? CONTATTACI OGGI STESSO PER LA TUA PRIMA CONSULENZA GRATUITA!
La pianificazione fiscale come misura preventiva
In un contesto economico così fragile e incerto, la pianificazione fiscale diventa una delle armi più potenti a disposizione dell’imprenditore moderno, non solo per sopravvivere alla crisi, ma per rafforzare la propria struttura aziendale e prevenire situazioni potenzialmente devastanti.
Prevedere il carico fiscale e preservare la liquidità
Pianificare in anticipo significa sapere, con largo margine di anticipo, quante imposte si andranno a versare e in quali scadenze, consentendo all’imprenditore di organizzare il flusso di cassa e la liquidità aziendale in modo preciso. In un sistema come quello italiano, dove la pressione fiscale può arrivare a incidere per oltre il 50% sugli utili, la mancanza di previsioni può causare seri squilibri finanziari e tensioni di tesoreria.
Ridurre l’utile imponibile con strumenti legali
L’imprenditore ha a disposizione numerosi strumenti per ridurre l’utile fiscale senza eludere la legge. Tra questi:
- il Trattamento di Fine Mandato (TFM); lo strumento per essere incontestabile deve essere inserito all’interno dello statuto societario o delibera dell’assemblea. In entrambi i casi, la delibera deve essere formalizzata con data certa prima dell’inizio del mandato per avere validità fiscale;
- le indennità di trasferta;
- i fringe benefit (auto, buoni pasto, welfare), utilizzabili secondo gli aggiornati limiti di legge;
- le royalties per l’utilizzo di un marchio registrato e molto altro.
Si tratta di leve completamente legali e riconosciute dalla normativa vigente, che, se correttamente pianificate e applicate, possono alleggerire notevolmente il carico fiscale annuale, migliorando la redditività effettiva dell’impresa.
Proteggere il patrimonio personale
Un altro aspetto fondamentale è la protezione del patrimonio personale dell’imprenditore, spesso messo a rischio da esposizioni aziendali o contenziosi con il fisco. La pianificazione fiscale consente di mettere al riparo beni immobili e asset familiari attraverso strumenti giuridici come la costituzione di una società semplice immobiliare o la creazione di una struttura societaria che separi chiaramente i rischi dell’impresa dalla sfera privata.
Ottimizzare la forma giuridica dell’attività
Molte PMI italiane operano ancora come ditte individuali o società di persone (SNC, SAS), che comportano responsabilità illimitata e tassazione per trasparenza. La trasformazione in SRL, ad esempio, può garantire una responsabilità limitata al capitale conferito e una maggiore libertà nella gestione degli utili. La scelta della forma giuridica corretta, soprattutto in ottica di protezione patrimoniale e fiscalità, rappresenta una delle decisioni più strategiche per qualsiasi imprenditore.
Gestire la crisi in modo proattivo
Infine, una corretta pianificazione fiscale può rappresentare la chiave per affrontare la crisi prima che diventi irreversibile. Strumenti come i piani di ristrutturazione, le procedure del Codice della Crisi, la rinegoziazione dei debiti e la patrimonializzazione sono tutte soluzioni più efficaci se inserite in un disegno strategico preventivo, anziché adottate come risposta a emergenze già in atto.
Per tutte queste ragioni, la pianificazione fiscale non può essere improvvisata o gestita in autonomia: è fondamentale affidarsi a professionisti aggiornati, multidisciplinari, e specializzati in protezione patrimoniale e ottimizzazione fiscale, in grado di proporre soluzioni legali, personalizzate e soprattutto inattaccabili.
Conclusioni
L’Italia è un paese fatto di imprese resilienti, ma oggi la resilienza non basta. Serve strategia, competenza e visione. Gli aiuti statali esistono, ma spesso non vengono sfruttati al meglio perché manca una guida esperta che sappia padroneggiarli, valutarne l’impatto e integrarli in un disegno più ampio di salvataggio e rilancio.
In quest’ottica, la pianificazione fiscale non è solo un’opzione, ma un dovere per ogni imprenditore che voglia proteggere il proprio lavoro, i propri collaboratori e il proprio futuro.
Vuoi sapere quali strumenti puoi attivare nella tua azienda per evitare la crisi o superarla senza danni? Il pool di Metatasse è a disposizione per costruire insieme a te una strategia fiscale su misura, completamente legale e mirata a ridurre la pressione fiscale e salvaguardare il tuo patrimonio.
Nei prossimi articoli esploreremo ulteriormente ogni aspetto delle società, continuate a seguirci per ogni dettaglio e aggiornamento!