IRES Premiale 2025: cos’è e come funziona

Nel panorama fiscale italiano, il 2025 si apre con una novità di grande rilievo per le imprese: l’IRES premiale, una misura introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207/2024, art. 1, commi 436-444). Questa agevolazione consente alle aziende che soddisfano determinati requisiti di ridurre l’aliquota IRES dal consueto 24% al 20%, offrendo un’opportunità significativa per ottimizzare il carico fiscale e favorire investimenti e crescita occupazionale.

Ma cos’è esattamente l’IRES premiale? Come funziona e quali sono le condizioni per accedervi? In questo articolo, esploreremo in profondità ogni aspetto di questa misura, fornendo una guida chiara e dettagliata per aiutare le imprese italiane a comprenderla e sfruttarla al meglio.

 

Cos’è l’IRES Premiale 2025?

L’IRES premiale, spesso definita anche “mini IRES”, è un’agevolazione fiscale temporanea pensata per incentivare le imprese a reinvestire i propri utili in innovazione tecnologica e nell’incremento dell’occupazione. Introdotta con la Legge di Bilancio 2025, questa misura si applica esclusivamente al periodo d’imposta 2025 (per le società con esercizio coincidente con l’anno solare) e rappresenta un passo verso la più ampia riforma fiscale delineata dalla Legge Delega n. 111/2023. L’obiettivo principale è stimolare la capitalizzazione delle imprese, promuovendo investimenti in beni strumentali di ultima generazione e favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro.

La riduzione dell’aliquota IRES dal 24% al 20% si applica all’intero reddito imponibile delle società che rispettano una serie di requisiti stringenti. La misura si rivolge principalmente alle società di capitali e agli enti commerciali, ma presenta alcune limitazioni che ne restringono l’applicabilità. L’IRES premiale è compatibile con altri incentivi fiscali in vigore, a condizione che non vi sia duplicazione sul medesimo investimento. Una pianificazione integrata consente di massimizzare il beneficio fiscale complessivo. 

Con l’IRES premiale, il governo mira a incentivare le aziende a investire in tecnologie avanzate, come quelle previste dai piani Transizione 4.0 e 5.0, e a rafforzare il capitale umano attraverso nuove assunzioni. Tuttavia, la complessità delle condizioni da soddisfare rende indispensabile un approccio strategico, supportato da una consulenza fiscale qualificata.

 

Chi può beneficiare dell’IRES Premiale?

L’IRES premiale non è accessibile a tutte le imprese, ma è riservata a una platea specifica di contribuenti. In particolare, la misura si rivolge ai soggetti indicati nell’articolo 73, comma 1, lettere a), b) e d) del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), ovvero:

  • Società per azioni (Spa), società in accomandita per azioni (Sapa) e società a responsabilità limitata (Srl).
  • Società cooperative e società di mutua assicurazione.
  • Enti pubblici e privati, diversi dalle società, e trust residenti nel territorio dello Stato che svolgono attività commerciali come oggetto principale o esclusivo.

Gli enti non commerciali possono beneficiare dell’agevolazione solo per la parte di reddito derivante da attività d’impresa, mentre sono escluse le società in liquidazione ordinaria, quelle sottoposte a procedure concorsuali di natura liquidatoria e quelle che adottano regimi forfettari per la determinazione del reddito imponibile. Questa restrizione delimita il campo di applicazione dell’IRES premiale, escludendo, ad esempio, le imprese individuali, le società di persone (come Snc e Sas) e i soggetti che operano in regimi fiscali semplificati.

 

I Requisiti per Accedere all’IRES Premiale 2025

Per beneficiare della riduzione dell’aliquota IRES al 20%, le imprese devono soddisfare una serie di requisiti cumulativi, che si concentrano su tre principali aree: accantonamento degli utili, investimenti in beni strumentali e gestione delle risorse umane. Di seguito, analizziamo ciascuna di queste condizioni in dettaglio.

Accantonamento degli Utili

Il primo requisito riguarda l’accantonamento di almeno l’80% degli utili realizzati nell’esercizio 2024 a una riserva specifica, denominata con riferimento alla normativa agevolativa (ad esempio, “riserva ex comma 436, Legge 207/2024”). Questo accantonamento deve essere deliberato dall’assemblea che approva il bilancio 2024 e deve essere evidenziato nel bilancio 2025. È importante notare che questa riserva è distinta da altre riserve obbligatorie, come quella legale del 5% prevista dall’articolo 2430 del Codice Civile, il che implica che l’80% degli utili accantonati si aggiunge a eventuali altri obblighi di riserva.

Un punto critico riguarda le imprese che chiudono il 2024 in perdita. Poiché la norma fa riferimento esplicito all’accantonamento degli utili, le società in questa situazione potrebbero essere escluse dall’agevolazione, a meno che futuri chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate non introducano deroghe, come l’utilizzo di riserve di utili pregresse o conferimenti dei soci. Questa incertezza rende fondamentale un’analisi approfondita della situazione finanziaria dell’impresa per valutare l’eleggibilità al beneficio.

Investimenti in Beni Strumentali

Il secondo requisito prevede che almeno il 30% degli utili accantonati (e comunque non meno del 24% degli utili realizzati nel 2023, con un importo minimo di 20.000 euro) sia destinato all’acquisto di beni strumentali nuovi, rientranti nei piani Transizione 4.0 e 5.0. Questi beni, che devono essere destinati a strutture produttive ubicate in Italia, includono macchinari, impianti e software tecnologicamente avanzati, come quelli indicati negli allegati A e B della Legge n. 232/2016 (Transizione 4.0) e nell’articolo 38 del Decreto Legge n. 19/2024 (Transizione 5.0).

Gli investimenti devono essere effettuati a partire dal 1° gennaio 2025 e entro il 31 ottobre 2026, termine ultimo per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2025. Inoltre, i beni acquistati devono essere mantenuti in azienda per almeno cinque anni, pena la decadenza dall’agevolazione. 

I decreti attuativi del 5.0 sono ancora in fase d’opera.  Le imprese devono quindi monitorare con attenzione i decreti attuativi che stabiliranno in dettaglio i beni ammissibili e le modalità di fruizione.

Mantenimento e Incremento dell’Occupazione

Il terzo pilastro dell’IRES premiale riguarda la gestione delle risorse umane. Le imprese devono garantire che il numero di unità lavorative annue (ULA) nel 2025 non sia inferiore alla media del triennio 2022-2024. Inoltre, è richiesta l’assunzione di nuovi dipendenti a tempo indeterminato, con un incremento occupazionale di almeno l’1% rispetto al numero medio di lavoratori a tempo indeterminato occupati nel 2024, o comunque di almeno un’unità.

Questo requisito riflette l’obiettivo della misura di promuovere l’occupazione stabile, incentivando le imprese a investire nel capitale umano. Tuttavia, il calcolo delle ULA e la verifica dell’incremento occupazionale richiedono un’attenzione particolare, poiché coinvolgono parametri complessi che tengono conto della durata e della tipologia dei contratti di lavoro. Le imprese devono quindi disporre di una gestione accurata delle risorse umane per dimostrare il rispetto di questa condizione.

Divieto di Ricorso alla Cassa Integrazione

Un ulteriore requisito impone alle imprese di non aver utilizzato la cassa integrazione guadagni (CIG) nel 2024 o nel 2025, ad eccezione della cassa integrazione ordinaria prevista per eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti, come le intemperie stagionali (articolo 11, comma 1, lettera a, D.Lgs. 148/2015). Questa condizione mira a premiare le aziende che mantengono una stabilità lavorativa senza ricorrere a strumenti di sostegno al reddito, ma potrebbe escludere alcune imprese che, per motivi eccezionali, hanno fatto ricorso alla CIG in passato.

 


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Come Funziona l’IRES Premiale: Procedure e Calcolo

Una volta soddisfatti i requisiti, l’IRES premiale consente di applicare un’aliquota ridotta del 20% sull’intero reddito imponibile del 2025, anziché il 24% ordinario. Questo si traduce in un risparmio fiscale significativo, soprattutto per le imprese con redditi elevati. Per comprendere il funzionamento pratico, consideriamo un esempio concreto.

Facciamo un esempio

Supponiamo che un’azienda abbia realizzato un utile di 100.000 euro nel 2024 e un utile di 120.000 euro nel 2023. Per accedere all’IRES premiale, l’azienda deve:

  • Accantonare almeno 80.000 euro (80% degli utili 2024) a una riserva specifica.
  • Investire almeno 24.000 euro (30% degli utili accantonati o 24% degli utili 2023, pari a 28.800 euro, con un minimo di 20.000 euro) in beni strumentali nuovi.
  • Mantenere il numero di ULA nel 2025 almeno pari alla media del triennio 2022-2024.
  • Assumere almeno un nuovo dipendente a tempo indeterminato o incrementare l’organico dell’1%.
  • Non aver utilizzato la cassa integrazione nel 2024 o 2025, salvo eccezioni.

Se l’azienda soddisfa queste condizioni e dichiara un reddito imponibile di 150.000 euro nel 2025, l’IRES dovuta sarà calcolata al 20%, pari a 30.000 euro, anziché al 24%, pari a 36.000 euro, con un risparmio fiscale di 6.000 euro. Questo esempio evidenzia come l’IRES premiale possa generare benefici concreti, ma richiede un’attenta pianificazione per rispettare tutti i requisiti.

Le imprese devono inoltre prestare attenzione alle cause di decadenza dall’agevolazione, che includono:

  • Distribuzione della riserva accantonata entro il secondo esercizio successivo al 2024 (ovvero entro il 31 dicembre 2026).
  • Cessione, dismissione o destinazione dei beni strumentali a finalità estranee all’impresa o a strutture estere entro il quinto periodo d’imposta successivo all’investimento.

 

Perché Affidarsi a un Esperto Fiscale?

Data la complessità dell’IRES premiale, il supporto di un consulente fiscale esperto è fondamentale per navigare tra i requisiti e le procedure richieste. Un professionista qualificato può aiutare l’impresa a:

  • Valutare l’eleggibilità all’agevolazione, analizzando la situazione finanziaria e occupazionale dell’azienda.
  • Pianificare gli investimenti in beni strumentali conformi ai piani Transizione 4.0 e 5.0.
  • Gestire correttamente l’accantonamento degli utili e la documentazione necessaria per la dichiarazione dei redditi.
  • Monitorare il rispetto delle condizioni nel tempo per evitare la decadenza del beneficio.

Senza una consulenza adeguata, le imprese rischiano di commettere errori che potrebbero comportare la perdita dell’agevolazione o sanzioni in caso di verifiche fiscali. Un esperto fiscale può inoltre integrare l’IRES premiale con altre agevolazioni disponibili, come i crediti d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno o la Nuova Sabatini, massimizzando i benefici complessivi per l’azienda.

 

Conclusione

L’IRES premiale 2025 rappresenta un’occasione unica per le imprese italiane di ridurre il carico fiscale e investire in crescita e innovazione. Tuttavia, la sua complessità richiede una pianificazione strategica e un’attenzione meticolosa ai dettagli. 

Per sfruttare al meglio questa opportunità senza incorrere in errori, ti consigliamo di rivolgerti a un consulente fiscale esperto. Contatta oggi stesso un professionista per una valutazione personalizzata e scopri come l’IRES premiale può diventare un vantaggio competitivo per la tua impresa.

 


Nei prossimi articoli esploreremo ulteriormente ogni aspetto della pianificazione fiscale, continuate a seguirci per ogni dettaglio e aggiornamento!


 

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